Art. 119 TUB
21.07.2017

Rivoluzionaria sentenza della Cassazione sull’onere probatorio

Articolo 119 TUB - Strumento di protezione o di penalizzazione? La Cassazione si schiera a favore del Consumatore!

La Corte di Cassazione si è pronunciata a favore del Cliente con la Sentenza depositata giovedì 11 maggio 2017 presso la Cancelleria del Tribunale.
Il ricorrente è stato costretto ad adire la Suprema Corte in virtù dell’art. 119 comma 4 Testo Unico Bancario; l’articolo in esame – rubricato “Comunicazioni periodiche alla Clientela” -  attribuisce al Cliente la facoltà di acquisire, a proprie spese, copia della documentazione contrattuale inerente il rapporto con l’Istituto purché il contratto non sia estinto da più di 10 anni.

In virtù del citato articolo, il correntista può richiedere alla banca i documenti relativi ai propri rapporti contrattuali, in qualunque momento, anche in corso di causa con missiva stragiudiziale. È stato proprio questo il motivo di ricorso in Cassazione; la Corte d’Appello adita aveva negato l’esibizione documentale richiesta, motivando la decisione con la mancanza dell’esercizio del diritto, da parte del ricorrente, prima della proposizione del giudizio. Ma la Cassazione con tale sentenza ha confermato che “non può risultare corretta una soluzione – quale quella della Corte bolognese – che limiti l’esercizio di questo potere alla fase anteriore all’avvio del giudizio eventualmente intentato dal correntista nei confronti della banca presso la quale è stato intrattenuto il conto”. Difatti una simile ricostruzione risulta “in netto contrasto con il tenore del testo di legge”.

L’articolo de quo –  considerato come pilastro della trasparenza - non contempla alcuna limitazione alla facoltà concessa al consumatore; si tratta infatti di un diritto autonomo che può essere esercitato dal Consumatore e la banca ha l’obbligo di adempiere a tale richiesta secondo i principi dettati dal Codice Civile, artt. 1374 e 1375, in tema di trasparenza e buona fede.

Come si evince dalla sentenza stessa, uno strumento di protezione non può essere tramutato in uno di penalizzazione: la richiesta documenti è una mera facoltà attribuita al Consumatore e non può essere considerata come un onere gravante sullo stesso. Questa sentenza si pone in un ottica rivoluzionaria e - svolgendo la Cassazione una funzione nomofilattica – sarà seguita da tutti i Tribunali italiani.

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