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22.01.2019

Decreto ingiuntivo della banca: come difendersi

Se la tua azienda ha ricevuto un decreto ingiuntivo da parte della banca, contatta degli specialisti in diritto bancario per difenderti!

Può succedere, all’azienda che si trova in un periodo di difficoltà economica, di non riuscire a far fronte alla richiesta di rientro da parte della Banca dell’affidamento concesso o di non poter onorare il pagamento delle rate relative al finanziamento o al mutuo acceso. Come abbiamo già visto, in questi casi, la banca può notificare un decreto ingiuntivo per ottenere il pagamento del proprio credito. Con il decreto ingiuntivo infatti la banca ottiene un provvedimento esecutivo con il quale può pretendere dall’azienda la restituzione delle somme. Dalla notifica il debitore ha 40 giorni di tempo per opporsi, pena la possibilità di tutelare pienamente i propri diritti. 

L’opposizione è appunto quell’atto con cui il debitore contesta le richieste del creditore, ponendo in atto un processo nel quale le richieste del creditore dovranno essere confermate.

Il giudice può concedere la provvisoria esecutività al decreto ingiuntivo e ciò comporta che, anche se è oggetto di possibile opposizione da parte del debitore, esso costituisce valido titolo esecutivo per iniziare l’esecuzione forzata. Nel giudizio di opposizione il debitore, chiaramente, può chiedere al Giudice la revoca della provvisoria esecutorietà, e in ogni caso resta salva la possibilità di presentare opposizione all’esecuzione o ai singoli atti esecutivi.

I possibili motivi di nullità del decreto ingiuntivo

Quando si riceve un decreto ingiuntivo da parte della banca è bene verificare se sussistono motivi di nullità dello stesso, al fine di poter presentare opposizione nei tempi e modi previsti. Anzitutto la banca che notifica un decreto ingiuntivo deve provare il proprio diritto di credito attraverso una prova scritta. La banca deve quindi produrre ed allegare agli atti del giudizio degli atti scritti da cui si possa evincere la prova e l’esistenza di questo credito vantato nei confronti dell’azienda. Nel caso del conto corrente, ad esempio, la banca dovrà quindi depositare l’estratto conto dal quale evincere in modo preciso e dettagliato la situazione contabile finale del cliente e le operazioni verificate tra le parti. L’art. 50 del TUB prevede inoltre che l’estratto conto depositato sia vidimato con un certificato di conformità da un dirigente della banca il quale dovrà altresì dichiarare che il credito è vero e liquido. In corso di causa però la banca dovrà provare il proprio diritto di credito anche con documenti ulteriori e diversi dall’estratto conto, quali il contratto di apertura di conto corrente e il contratto di affidamento, redatti entrambi in forma scritta, e secondo quanto previsto dal Testo Unico Bancario.

Al fine di capire se il rapporto contrattuale di affidamento in conto corrente o il contratto di mutuo o finanziamento soggetto a decreto ingiuntivo presenta delle criticità finanziarie o legali tali da poter determinare dei motivi di nullità del decreto ingiuntivo è bene rivolgersi a degli esperti in diritto bancario e finanziario quale il team di professionisti della GMB Finance che attraverso uno studio di fattibilità gratuito saranno in grado di verificare la presenza e l’eventuale ammontare degli interessi contestabili.

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